La moda più ‘contemporanea’ nasce agli inizi del ‘900, quando il tubino nero di Chanel fa il suo ingresso nel guardaroba femminile, per poi non uscirne più. Cento anni dopo la presentazione, questo abito innovativo, non solo a livello di forme, ma soprattutto per il significato che rappresentava per l’identità delle donne, rimane ancora uno dei più venduti e declinati in diversi modi dai brand.
Capi come il tubino di Chanel non vengono nemmeno considerati ‘vintage’perché sono senza tempo, eternamente proponibili es alla moda.
Cosa si intenda allora per vintage? Uno stile di vita, un sentire interiore, le mode che abbiamo abbandonato e che stiamo riprendendo?

 

Cosa e’ sempre di moda

Dagli anni sessanta, la moda ha iniziato a prendere ispirazione dalla strada, a ciò che era comune soprattutto tra i giovani. E’ così che la minigonna diventa da simbolo di libertà a capo prodotto in serie ogni anno e trend sempre attualissimo tra le giovani. 

 

 

Cosa va, cosa torna

Le mode altalenanti esistono: un anno torna lo stile anni ’80, l’anno dopo è considerato ‘out’. Per la primavera estate 2018, ad esempio, tornano le maxi spalle per giacche e cappotti, lanciate negli anni ’80 dal grande stilista italiano Giorgio Armani.
Sempre per spirito di ritorno al passato, rifanno il loro ingresso in passerella anche i famosi pantaloni ‘a zampa’ che dividono il mondo del fashion tra chi li adora e chi non li sopporta. 

 

 

Dove, come e perche’

Ma perché il vintage stesso diventa una moda?
Spirito di emulazione oppure nostalgia verso anni migliori, ma che magari non abbiamo nemmeno potuto vivere?
Il vintage non è quello che ci viene proposto sulle passerelle, il vero vintage è nei vecchi armadi delle nonne e delle mamme, è nei centri di collezionisti, nei musei o, più facilmente accessibile, nei negozi specializzati.
Avere un pezzo di passato addosso significa non rinunciare a ciò che è stato, abbinarlo ad una nuova tendenza significa anche non rinunciare a quello che sarà. 

Agnese Pirazzi