Negli ultimi anni gli stilisti hanno cominciato a proporre sempre più frequentemente la pelliccia sintetica, venendo incontro alle richieste del mercato.
Elisabetta Franchi, per esempio, da due collezioni ha detto sì: la sua denuncia verso la pelliccia vera inizia lo scorso anno, con una sfilata interamente dedicata al circo, altro escamotage per sensibilizzare gli animi al mondo animale.
Come lei, anche Karl Lagerfeld per Chanel, Giorgio Armani nella sua collezione donna, Mangano, Laura Biagiotti ed altri nomi internazionali.

Ecopelliccia: l’etica vince sull’estetica

La moda vuole essere ecosostenibile: questo potrebbe essere il primo pensiero, anche se secondo alcuni non è proprio così.
Infatti, ricerche effettuate dalla Commissione Europea dimostrano che l’acrilico, fibra contenuta nelle pelliccia sintetiche, sia altamente nociva per il pianeta.
Un punto d’incontro, però, tra brand ed il sistema eco-friendly è comunque l’idea comune che sia meglio l’impatto, comunque esiguo, dell’acrilico, piuttosto che l’abbattimento degli animali.
Un’alternativa alla scelta ecosostenibile, infatti, è quella etica nei confronti degli animali: le prime ecopellicce, infatti, sono nate a causa del rischio d’estinzione e grazie alla salvaguardia e alle battaglie di gruppi animalisti.

L’ecopelliccia che fa vendere

Il prezzo, si sa, da pelliccia vera a pelliccia sintetica cambia radicalmente, almeno per quanto riguarda i brand di fast fashion:  non si vendono forse più pellicce sintetiche, grazie a prezzi più abbordabili, accessibili ai giovani, e a chi vuole essere fashion con poco impegno?
Se per brand come Zara, Beshka, H&M è una vittoria in termini di guadagni, lo è anche per l’Alta Moda, che, oltre a pubblicizzarsi e a far parlare di sé per i suoi fini etici, può comunque vendere una pelliccia sintetica a prezzo sartoriale, nonostante il costo inferiore d’acquisto della materia prima.

Si sa, spesso quello che conta non è di cosa sia fatto, ma chi lo abbia fatto!

Agnese Pirazzi