Aspirina, Aspirinetta e Cardioaspirina quali differenze

Aspirina, Aspirinetta e Cardioaspirina: quali differenze

Una delle domande a cui più spesso capita di rispondere in farmacia riguarda la differenza tra farmaci simili. Un caso esemplare è quello della classica aspirina rispetto all’aspirinetta e alla cardioaspirina.

 

Principio attivo e proprietà

Tre farmaci ed un solo principio attivo: l’Acido Acetil-Salicilico.

L’Aspirina è uno dei farmaci più antichi e conosciuti, vero capostipite della classe degli antinfiammatori non steroidei (FANS), con molteplici proprietà terapeutiche, la principale legata all’azione antinfiammatoria, dovuta all’inibizione della ciclossigenasi di tipo 2 (COX-2) responsabile della cascata infiammatoria.

Altra proprietà terapeutica non trascurabile, correlata ad un effetto indesiderato della molecola stessa, è l’azione anti-aggregante (da non confondere con un’azione anti-coagulante).

 

Asprina e Aspirinetta: il dosaggio fa la differenza

La differenza tra Aspirina e Aspirinetta non va ricercata nel principio attivo, ma nel dosaggio:

  • L’Aspirina ha un dosaggio che arriva fino a 500 mg, superiore rispetto alle altre specialità; viene utilizzata e prescritta esclusivamente per la sua azione antinfiammatoria.
  • L’Aspirinetta è presente sul mercato ad un dosaggio pari a 100 mg. Ha attività prevalentemente anti-aggregante e fluidifica il sangue opponendosi alla formazione di trombi e coaguli in generale. Viene quindi utilizzata per prevenire il rischio di ictus o altre problematiche cardiovascolari.

 

Aspirinetta e Cardioasprina: la formulazione fa la differenza

La Cardioaspirina si differenzia dall’Aspirinetta non per il dosaggio, sempre 100 mg di principio attivo, ma per la formulazione costituita da un rivestimento gastro-resistente. La compressa non si dissolve a livello gastrico, bensì a livello intestinale, e ciò permette di ridurre l’attività gastrolesiva di questa classe farmaceutica.

 

Quando assumere tali farmaci

In caso di assunzione cronica o prolungata di queste specialità, bisogna porre attenzione soprattutto alla loro attività lesiva ai danni della mucosa gastrica. Proprio per questo, è consigliato assumere tali farmaci in corrispondenza dei pasti e, in caso non dovesse bastare, in accordo con il proprio medico è possibile combinare alla cura dei protettori gastrici (ad esempio i PPI, inibitori della pompa protonica).

In contrapposizione a questo, recenti teorie suggeriscono l’assunzione di cardioaspirina la sera prima di coricarsi, poiché la maggior probabilità di insorgenza di eventi cardiovascolari è riscontrabile soprattutto al mattino (studio dell’American Hearth Association). Quando si assumono farmaci anti-aggreganti e anti-coagulanti bisogna prestare attenzione a ferite ed emorragie.

 

Come agisce il principio attivo

L’Acido Acetilsalicilico già a bassi dosaggi è in grado di andare ad inibire la formazione di Trombossano A2 (TXA2), tramite un’azione specifica inibente dell’enzima ciclossigenasi. Il Trombossano favorisce fisiologicamente l’aggregazione delle piastrine per modifica della loro struttura e forma.

Venendo meno questa molecola, inibendo l’enzima che la produce, le piastrine non si aggregano più e quindi il sangue si fluidifica: l’acido acetilsalicilico determina una riduzione del 97-99% della sintesi piastrinica di TXA2 nei soggetti sani. Il trattamento prevede un dosaggio di 325 mg/die (approvato dalla FDA) per la profilassi primaria dell’infarto miocardico.

 

Monitoraggio costante

Il monitoraggio di questi farmaci viene effettuato ogni giorno da tutti i medici e farmacisti presenti sul territorio. Per qualsiasi dubbio al riguardo, non esitate a consultare lo staff della Farmacia San Lorenzo.

 

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