Infezioni da protozoi la giardia

Infezioni da protozoi: la giardia

Le infezioni da Giardia duodenalis (o G. intestinalis, o G. lamblia) nei cani e nei gatti sono molto diffuse in Europa. I responsabili di quest’infezione sono specie patogene di protozoi (organismi unicellulari) intestinali.

Infezioni da protozoi

Le infezioni da protozoi (giardia, toxoplasma, cryptosporidium) condividono le seguenti caratteristiche:

  1. I segni clinici sono nella maggior parte dei casi aspecifici.
  2. Gli animali più giovani appaiono maggiormente soggetti a tali infezioni rispetto agli animali più
  3. Le infezioni sono spesso asintomatiche e di solito autolimitanti. Questo spiega il numero di portatori asintomatici. Il grado di patogenicità è variabile all’interno dei singoli generi di parassiti.
  4. Gravi segni clinici sono spesso direttamente correlati a co-infezioni con altri patogeni (virus, batteri).
  5. Risultati «negativi» all’esame coprologico non sono sufficienti ad escludere con certezza la presenza dell’infezione.
  6. Il trattamento è spesso complicato a causa della mancanza di farmaci efficaci o della necessità di un uso off-label di farmaci esistenti.
  7. Alcune infezioni, tra cui toxoplasma e alcuni genotipi di giardia intestinalis, sono agenti zoonotici.

La Giardia

L’infezione da Giardia è tra le endoparassitosi più frequenti negli animali giovani, ovvero al di sotto di un anno di età. In questa fascia d’età si riscontra chiaramente una percentuale di prevalenza maggiore rispetto a quella registrata in cani e gatti più anziani.

L’escrezione delle cisti può avvenire sia in maniera asintomatica sia associata a manifestazioni cliniche. Un’infezione induce lo sviluppo di un’immunità parziale che può condurre a un decorso clinico mite o, in alcuni casi, ad una completa eliminazione del patogeno. Tuttavia, l’immunità parziale non impedisce con certezza che si verifichino casi di reinfezione. È inoltre possibile sia la trasmissione tra altri animali inclusi selvatici sia la trasmissione zoonotica (all’uomo).

Trasmissione

La trasmissione di Giardia avviene senza ospite intermedio. L’infezione si trasmette sia per via oro-fecale che tramite l’ingestione di cisti per contatto diretto con materiale infetto, nonché attraverso cibo e acqua contaminati.

È sufficiente l’ingestione di una dose ridotta di cisti per sviluppare un’infezione. I parassiti in stadio vegetativo (trofozoiti) si insediano nell’intestino tenue, si moltiplicano ripetutamente mediante scissione e formano cisti resistenti che vengono espulse nell’ambiente con le feci.

L’escrezione delle cisti avviene 4-16 giorni dopo l’infezione (periodo di prepatenza) ed è spesso abbondante. Le cisti escrete con le feci sono infettive già al momento dell’emissione e possono continuare a essere espulse in maniera intermittente per settimane o mesi (periodo di patenza).

Le cisti possono sopravvivere in ambiente umido per almeno 3 mesi e rimangono infettive nelle feci per circa 1 settimana, tuttavia sono suscettibili all’essiccamento e alle basse temperature (-4 °C per una settimana).

Sintomatologia

Frequentemente le infezioni sono asintomatiche. L’insorgenza di manifestazioni cliniche riguarda specialmente cuccioli di cane o di gatto, nonché animali immunosoppressi, soprattutto in caso di infezioni concomitanti causate da altri patogeni.

Tali manifestazioni comprendono diarrea intermittente cronica, con feci dalla consistenza molle o liquida e ricche di muco. Ulteriori sintomi sono perdita di appetito e di peso, vomito e letargia.

Diagnosi

L’esame coprologico e l’osservazione microscopica dello striscio fecale a fresco non garantiscono la certezza di identificazione del parassita, viste le dimensioni molto piccole dello stesso e la eliminazione spesso intermittente delle cisti nelle feci.

In commercio esistono dei test specifici di ricerca dell’antigene specifico della Giardia. In linea di massima, i test immunoenzimatici (EIA) hanno sensibilità elevata, tanto da consentire una diagnosi mediante campione fecale anche in presenza di una riduzione temporanea dell’escrezione di cisti.

In caso di presenza di soggetti a rischio, ai fini di identificare il genotipo di giardia e verificare se è trasmissibile all’uomo, è possibile eseguire test di biologia molecolare, (ad es. PCR), che sono gli strumenti diagnostici più sensibili per l’osservazione del DNA della Giardia a partire dal contenuto fecale.

Terapia

La terapia della giardiasi negli animali infetti è multifattoriale, bisogna infatti tenere conto della sintomatologia presente. In presenza di sintomi gastrointestinali, oltre a farmaci di trattamento specifici per la giardia, è necessario affiancare un’alimentazione ad hoc per l’intestino e un’integrazione di prebiotici e probiotici per favorire il buon esito del trattamento.

Inoltre, è bene trattare anche gli animali asintomatici, come spesso sono i soggetti adulti, vista la possibilità di una trasmissione zoonotica, specialmente nei pazienti a rischio (bambini piccoli, soggetti immunocompromessi), oppure il pericolo di contagio ad altri animali (in allevamenti per cani o gatti o pensioni per animali o animali conviventi).

La terapia non sempre garantisce l’eliminazione dei patogeni e sono frequenti i casi di infezioni persistenti o reinfezioni, pertanto sono spesso necessari trattamenti ripetuti.

Durante e dopo il trattamento

È importante per questo motivo, eseguire un controllo post-terapeutico e in caso di positività e presenza di manifestazioni cliniche è necessario ripetere il trattamento, specie se è stato possibile escludere del tutto altri fattori scatenanti la diarrea.

È fondamentale adottare misure aggiuntive per evitare che l’ambiente venga contaminato da cisti di Giardia e ridurre quindi al minimo il rischio di reinfezioni nel vostro animale. Oltre allo smaltimento corretto delle feci, un’efficace misura complementare è l’utilizzo di spume/ spray per animali ad azione disinfettante (ad esempio un prodotto contenente clorexidina) ogni volta che l’animale defeca, in modo da ridurre al minimo il rischio di mantenere attiva l’infezione tramite lambimento della zona anale.

Prevenzione delle reinfezioni

Adottare delle corrette misure igieniche è utile sia durante il trattamento (come detto prima) che per prevenire reinfezioni ed evitare il contagio di altri animali e/o persone conviventi (bambini, anziani, soggetti immunodepressi). Possiamo sintetizzarle come segue:

  • Sottoporre a trattamento tutti gli animali che vivono nella stessa casa o nello stesso ambiente.
  • Raccogliere gli escrementi e gettarli nella spazzatura smaltendoli in un sacchetto di plastica chiuso.
  • Pulire e asciugare accuratamente tutte le superfici contaminate dalle feci (pavimenti e pareti). A tale scopo è particolarmente raccomandato l’utilizzo di pulitori con getto a vapore (> 60 °C).
  • Lavare quotidianamente le ciotole dell’acqua e del cibo in acqua bollente oppure in lavastoviglie a > 65 °C.
  • Lavare quotidianamente la lettiera del gatto in acqua bollente e asciugarla accuratamente.
  • Lavare ad alta temperatura coperte/cuscini (> 65 °C).
  • Pulire i giocattoli in acqua bollente o in lavastoviglie (> 65 °C).
  • Pulire accuratamente il tiragraffi con l’aspirapolvere.
  • Fare bagno e shampoo a cani o gatti per rimuovere eventuali residui di feci (ad es. con prodotti contenenti clorexidina digluconato) ed eventualmente tagliare i peli più lunghi in zona anale.
  • Detergere superfici e/o oggetti con disinfettanti idonei, per quanto nessuno sia specificamente testato per la giardia, seppur risultato funzionante (clorexidina, steramina).

Inoltre, se portate il vostro animale in pensione accertatevi che richiedano l’esecuzione di tale test; sarà una garanzia maggiore di ammissione di animali esenti, con notevole riduzione del rischio del vostro pet di contrarre la giardiasi.

Buona norma è anche l’esecuzione di periodici controlli dal vostro veterinario, anche in assenza di sintomi, dato che l’infezione può essere asintomatica (specialmente nei soggetti adulti).

 

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